Cenone di Natale in Campania: La vera festa viene fatta agli animali


[ Feste natalizie tipiche della maggioranza dei cittadini  della Campania, viste da un'ottica antispecista. ]

Quando per festeggiare la nascita di una vita
se ne uccidono centinaia…

Dicembre in Campania è un mese speciale.
E’ IL MESE della nascita di Gesù,  del ritrovarsi tutti in famiglia, delle feste, dei cenoni.
Se i campani sono buongustai tutto l’anno, in questo periodo tutto è concesso senza badare a limiti.
Perchè è Natale.
Tre sono i momenti dove le persone si siedono a tavola e si alzano a fatica 5 o 6 ore dopo:
Vigilia
Natale
San Silvestro
Dall’alba madri, mogli, zie e nonne si apprestano a cucinare per la propria (spesso numerosissima) famiglia per imbandire la tavolata decorata di rosso e oro dove ceneranno bambini, parenti, mariti e cugini.
Tutto questo dopo aver fatto spesa. Con 2 o 3 carrelli.
Tappe immancabili :
supermercato 
fruttivendolo
pescheria
macelleria
caseificio.
Si parla di un quantitativo di cibo che potrebbe bastare per sfamare una decina di persone per 2 settimane, ma che qui invece avanza al massimo per Santo Stefano, dove appunto si mangiano “gli avanzi” del Natale.

Cosa si può trovare in questi cenoni solo chi è nato come me in Campania e ha vissuto di persona questo momento può saperlo bene.
In questa regione per le feste natalizie fanno da padroni sulle tavole gli animali.
Tutti sapientemente uccisi, tagliati, affettati, sminuzzati e serviti nei servizi di piatti da matrimonio delle nonne.
E mica appartenenti a 2 o 3 specie..
VIGILIA…
Come antipasto in tavola vengono serviti recipienti colmi di insalata di POLIPOBACCALA’salato con cestini di pane e COZZE al vapore con limone.
Come primo e abbondantissimo piatto gli invitati possono gustare spaghetti o tagliolini (spesso fatti in casa) con frutti di mare ( VONGOLE o GAMBERI).
Di secondo troviamo poi la classicissima frittura di pesce con GAMBERETTICALAMARIASTICI,ANGUILLE unite a CHIOCCIOLINE e RICCI di mare. In aggiunta, del BACCALA’ fritto.
Immancabili i piattini colmi di insalata come “contorno”.
Per addolcire la serata: pandoro, panettone con i canditi, torrone, struffoli, cioccolatini. E caffè.
NATALE…
Dopo una vigilia a base di animali marini, per par condicio si passa a quelli terrestri.
Perchè i torti non si fanno a nessuno.
Così dopo aver posizionato “il bambinello” nel presepe dentro la capanna fra Giuseppe e Maria, si torna a tavola.
Soliti antipasti, stavolta con l’aggiunta di affettati, tagliere di formaggi e mozzarella di bufala.
Per primo piatto poi troviamo lasagne con ragù di carne ( Bovina) o cannelloni di carne.
Di secondo invece braciole di VITELLO, carne al sugosalsicce di MAIALE ( quello acquistato a luglio dall’allevatore e fatto ingrassare appositamente per finire in tavola a Natale e vaffanculoallesuegridamentremoriva) con broccoletti . Insalata e poi frutta, dolci e caffè.
A Santo Stefano le donne dopo 48 ore passate in cucina, non sfornellano più nulla.A tavola troviamo gli avanzi dei due giorni appena conclusi.
Per San Silvestro il menù è pressoché identico a quello della Vigilia, con la differenza che in aggiunta troviamo le lenticchie di buon auspicio e l’uva da mangiare a mezzanotte.
Poi, tutti ad ammirare i fuochi d’artificio e a scoppiare petardi, botti e quant’altro che faranno morire di spavento cani e gatti del vicinato, dei quali gli involucri ci penserà il vento a portarli via dalle strade.
Se c’è vento.
Sennò sarà possibile ammirarne i resti fino a Befana.
Per festeggiare l’indicativa nascita di Gesù, dunque, in Campania si fa la festa a 13 animali di specie diversa!!
13 !!!!
E se la maggior parte delle vittime arriva nelle case già deceduta e insacchettata, ad alcuni animali va un po peggio.
Anguille, Cozze, Vongole e in alcuni casi i polipi vengono acquistati nelle pescherie vivi.
Rimangono nelle loro confezioni-trappola per svariate ore, spesso in frigo, fino a quando non vengono bolliti vivi e uccisi in pentola.
L’uccisione dei polipi è particolarmente crudele.
A differenza delle cozze e delle vongole che vengono gettate in una pentola d’acqua bollente con il coperchio chiuso, lontano dalla vista degli aguzzini, il polipo invece viene ucciso con le stesse mani di chi cucina.
La sua testa viene ripetutamente sbattuta sul ripiano di marmo fino a quando l’animale muore, cessando di cercare di divincolarsi con i tentacoli.
Si parla di animali intelligentissimi. E in questo caso l’intelligenza della vittima supera quella del carnefice.


Le anguille invece vengono ferite con un coltello su un fianco e buttate in pentola.
Ci sono scene che non dimenticherò mai più in vita mia.
E una di queste, è quella dove mia nonna ne stava cucinando una decina.
Amiche di sventura capitate in un mondo dove una specie sola spadroneggia sulle altre, ho visto la loro estrazione dalla busta bianca della pescheria.
Messe nel lavello per essere sciacquate e incise dalla lama, ho visto alcune scivolare giù nel tentativo di salvarsi.
Ma le mani già macchiate di sangue innocente erano subito pronte a riportarle indegnamente al loro destino.
Tenute ferme per la testa mentre si muovevano e aprivano la bocca, in urla a me impercettibili.
Ferite e gettate in acqua bollente.
Alcune avevano la forza di lottare per la propria vita e lo dimostravano picchiando col proprio corpo il coperchio della pentola, a volte sollevandolo un pò.
Poi,  la fine.
Nessun altro movimento di ribellione scuoteva il metallo, se non l’ebollizione che indicava che quei corpi erano ormai privi di vita.

Ho sofferto tanto nel vedere queste atroci scene. Ma la mia sofferenza non raggiungerà mai quella provata da chi è stato ucciso.
I cenoni in Campania non sono poi così diversi da quelli di altre regioni. Penserete.
Ed è vero.
Cambiano le specie uccise e messe a tavola, ma la sofferenza però è la stessa.
Per me è inconcepibile pensare che si possa festeggiare la nascita di un Cristo ucciso ammazzando parte del creato.
Come si può brindare sulla morte di qualcuno?
Come si può ritenere la propria fame e la propria gola superiore al diritto di esistere degli altri esseri viventi?
Poi vanno alla “Messa Santa” e pensano di lavarsi i peccati dalla coscienza.
Credono che aver parlato male della suocera o della nuora sia un peccato.
E nemmeno si rendono conto degli assassinii commessi nelle 4 mura della cucina.
Come si può divorare un’esistenza,  continuando ad infierire quando la vittima oppone resistenza?.
Come si può digerire l’altrui agonia.. e credere di festeggiare un Natale in allegria?..
Se solo i commensali si soffermassero a riflettere e pensare, invece di esistere quasi solo per mangiare….